I senza dimora vivono una dimensione di povertà materiale e immateriale, con un disagio complesso, che non si esaurisce con il soddisfacimento dei bisogni primari ma che investe l’intera sfera delle necessità, specie sotto il profilo relazionale, emotivo e affettivo.
È assoggettato alle costrizioni della sofferenza, della malattia e dell’ingiustizia sociale, privato di ogni dignità e fortemente limitato nella sua autonomia personale.
Ma, se adeguatamente sostenuto, è capace di evolvere e di esprimere una nuova progettualità di vita alternativa alla marginalità.
Aiutiamoli a ritornare, semplicemente, uomini e donne, accompagnati dalle loro intense storie di vita.